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Riabilitazione

Pavimento Pelvico

FISIOCHINESITERAPIA:

Utilizzato frequentemente in riabilitazione per ripristinare correttamente il movimento e le funzioni perdute, viene utilizzato nell’ambito delle disfunzioni del pavimento pelvico e dei sintomi a queste correlati ai fini di ristabilire un corretto funzionamento di tale muscolo, riducendo o risolvendo così i sintomi presenti.

Consiste pertanto in una serie di esercizi diretti alla zona genito-urinaria-anale e, più specificatamente,alla parte muscolare che costituisce questa parte. Tali esercizi sono programmati e finalizzati ad ottenere precise modificazioni della disfunzione del pavimento pelvico.

Gli esercizi prevedono modalità ed obbiettivi diversi a seconda della funzione interessata, del grado di gravità della malattia, del momento terapeutico, degli obiettivi precedentemente programmati; possono quindi coinvolgere la zona vaginale e/o anale e/o segmenti vicini (zona lombare, addominale, articolazione delle anche, ecc.).

Possono essere eseguiti in posizione diversa a seconda della fase terapeutica (supina, di fianco, posizione ginecologica, seduta, in piedi, ecc.).

BIOFEEDBACK:

Questa tecnica consiste nell’utilizzo di apparecchiatura strumentale in grado di registrare l’attività muscolare del pavimento pelvico. Questa registrazione avviene attraverso l’utilizzo di apposite sonde poste nello spazio intravaginale o intranale, che, collegate ad un computer, trasmettono le informazioni relative al muscolo; esse vengono trasformate dal computer in un segnale visivo e uditivo. Il paziente può pertanto vedere e sentire l’effetto della propria contrazione muscolare effettuata con il pavimento pelvico.

Il biofeedbcak viene utilizzato soprattutto nella fase iniziale della terapia riabilitativa per facilitare la percezione e consapevolezza del pavimento pelvico.

STIMOLAZIONE ELTTRICA FUNZIONALE:

Consiste nell’utilizzo della stimolo elettrico a scopo terapeutico, finalizzato:

  1. ad aumentare la forza e la resistenza muscolare del pavimento pelvico in caso di ipovalidità di questo muscolo;
  2. ad inibire il muscolo che avvolge la vescica, denominato detrusore, in caso della cosìdetta “instabilità detrusoriale”, condizione che determina urgenza urinaria con possibile incontinenza da urgenza;
  3. ad inibire lo stimolo “dolore”, nelle sindromi dolorose perineali.

Questa tecnica, come il biofeedback, prevede l’uso di strumentazione elettronica data da una sonda posta nella cavità vaginale o anale collegata ad un apparecchio in grado di emettere corrente elettrica secondo parametri terapeutici. In base al sintomo vengono differenziati i tipi di corrente e i tempi di somministrazione.

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